Jean - Auguste - Dominique Ingres , La bagnante di Volpinçon 1808
Nella sua camera silenziosa, una donna, nuda, di spalle, capisce di essere osservata, ma non si volta, o accenna a stento a girare lo sguardo, ferma nella sua pudica compostezza.
Chi la guarda è un uomo che vive la sua arte e dipinge la sua vita.
Ingres, considerato un grande esponente del neoclassicismo, al contrario fa convivere nella sua persona la doppia faccia della medaglia ottocentesca : quella di ispirazione classica e neoclassica da una parte e quella romantica, che lo avvicina fortemente al suo collega Delacroix, dall'altra.
Sotto l'influsso dei grandi maestri italiani cinquecenteschi, modifica il suo stile e il suo modo di disegnare la realtà.
L'amore per Raffaello lo induce a usufruire di pose più ampie, morbide, tornite, concepite volumetricamente come statue, anche se in esse resta la nettezza del contorno.
Quella preminenza del disegno sul colore, che negli anni gli verrà criticata dai suoi contemporanei, per non volersi adeguare totalmente al loro "fare romantico", è ciò rende viva la sua arte e dà vita ai suoi soggetti.
Il disegno è la prima e più diretta forma di espressione artistica, e in quanto tale è un modo di conoscere e di esprimersi, di immaginare e di comunicare.
La linea non esiste in natura. E' una forma propria dell'arte, che permette di creare, di comporre, di rendere visibile, di circoscrivere quel che circoscritto non è perchè vive e confluisce nel suo ambiente; eppure proprio perchè non si tratta di natura ma di Arte, la linea idealizza, astrae, e permette di raggiungere quella bellezza perfetta e pura, quel "Bello ideale" auspicato dagli artisti Settecenteschi che come Ingres credevano in un passato incorrotto e puro come le loro forme artistiche.
G.P
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